Translate

martedì 2 settembre 2014

la foce del Saline


Figura 1: la vallata del fiume Saline e del fiume Fino

Pare che sia in discussione nel Comune di Montesilvano il progetto di un porto-isola turistico.
Per la verità in passato anche per il porto di Pescara dall'Università D'annunzio era venuta un'ipotesi di porto-isola.
Evidentemente il vizietto si ripete…

Un porticciolo turistico a Montesilvano non avrebbe altro esito che quello funesto del porticciolo di Francavilla o di un progetto incredibile come quello di S.Vito.
Quest’ultimo è incredibile soprattutto per l’impatto negativo che avrebbe sul profilo costiero ma anche per la valutazione pessima che diamo  ad un ingresso rivolto a sud, come si desume dal progetto, pericoloso per la navigazione oltre che destinato inevitabilmente ad interrarsi –si veda il Marina di Pescara-. E anche per la disponibilità del porto turistico di Ortona, lì vicino a 4,7 km.

Così come a Montesilvano si dimenticano che a 8,9 km di distanza c’è il Marina di Pescara che ha ampia disponibilità di posti per barche a vela o per barche a motore di un certo pescaggio.

Perchè un porticciolo a Montesilvano ha senso solo come approdo per piccolissimi motoscafi da diporto e comunque per natanti di bassissimo pescaggio, com'è adesso il ricovero di Marina di Città S. Angelo sulla sponda nord del fiume Saline .


Figura 2: la foce del fiume Saline ad Aprile 2011.


Approdo che è nato in modo naturale su quel fiume e che si può solo migliorare ma non stravolgere.  Per cui un approdo-canale ci può stare. Un porto turistico no, secondo me.

Se il Comune di Montesilvano sente il bisogno di creare un approdo per piccoli natanti come quello di Marina di Città S.Angelo o per derive è comprensibile e naturale che provi a realizzarlo.


Figura 3: il terzo ponte sul fiume Saline, come previsto dalla Provincia di Pescara.


Ma non è sensato voler creare un porto turistico vero e proprio: non lo è nè per le valutazioni sull'impatto ambientale che avrebbe sulla costa, nè per quelle sulla sostenibilità economica e finanziaria, nè per quelle sulla sua sostenibilità dal punto di vista dei flussi commerciali futuri.

La valutazione sull'impatto ambientale non può che essere negativa perchè ogni opera aggettante a mare crea degli scompensi sulla costa: basta vedere come ha influito il porto di Pescara sulla costa a nord e a sud. O quello di Ortona (anche di più). O quello di Giulianova.

Ma i porti suddetti avevano una ricaduta commerciale motivata e necessaria, legata alla presenza dei traffici commerciali, turistici o legati alla pesca. 
E quindi la necessità di avere un porto era superiore al bisogno di proteggere alcuni tratti di costa (se il porto è indispensabile ci può stare qualche sacrificio per la costa, anche se non è detto che ci debba essere per forza).
Per quello di Montesilvano (o di Francavilla, o di S.Vito) questa necessità non ci sarebbe.

Quindi lo sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale per un porto turistico a Montesilvano non può essere che quello che si è delineato già in modo naturale con l'approdo sul fiume Saline di Marina di Città S. Angelo, sulla sponda nord.

Approdo che può essere ripetuto anche sulla sponda sud di quel fiume, ricadente sul territorio del Comune di Montesilvano.

Ma, come è accaduto per la nascita e lo sviluppo del porto di Pescara, la foce del fiume Saline può essere comoda per l'approdo dei piccoli natanti sulle sue sponde, ma pericolosa in caso di rientro con mare mosso per via dei bassi fondali insiti nella sua natura (come è evidente dalla foto sopra e come sanno tutti i frequentatori di quella foce ).
E qui ribadisco il concetto che un porto deve sempre essere un rifugio sicuro in caso di avverse condizioni meteo-marine, altrimenti viene meno il concetto stesso della necessità dell'esistenza stessa di un porto (o di un approdo). 

Quindi se approdo o rifugio vi deve essere nei paraggi di Montesilvano, vi deve essere connaturato in modo sostenibile ma senza dimenticare quale ne è il principio ispiratore.
E un modo sostenibile di farlo a Montesilvano è, secondo il mio parere,  solo quello di realizzare un approdo-canale sul fiume.

Il quale, sull'esperienza della storia del porto-canale di Pescara (e fatte le dovute proporzioni), potrebbe ripetersi con l'allungamento del molo esistente di circa 80 metri (vicino alle scogliere sommerse a nord) fino a raggiungere la linea di sporgenza delle opere a mare già presenti davanti ai grandi alberghi di Montesilvano, sulla sponda sud del fiume.
E di costruire un piccolo molo sud che parta dall'isolotto attuale sulla foce del fiume e si sporga a mare parallelo al molo nord.

La sponda sud del fiume dovrebbe essere sagomata fino al punto della foce in cui adesso il fiume si divide in un canale secondario (dove c’è quella specie di isolotto naturale), in modo da far convogliare il flusso delle acque solo verso un unico canale di sfogo. 

Sarebbe una situazione simile a quella per cui è nato il porto di Pescara e il convogliamento in un sol punto del flusso del fiume e del riflusso di marea migliorerebbe la navigabilità della foce, pur se destinata a piccolissimi natanti.

Si potrebbe quindi spostare l'ingresso sul fiume in acque più profonde (circa 2 metri) e più sicure in caso di condizioni di rientro con mare mosso, anche se l’approdo è destinato a piccoli motoscafi che si muovono in uno specchio di mare ravvicinato e che tutto sommato escono in mare solo in condizioni meteo marine tranquille.
Ma senza oltrepassare con nuove opere a mare quello che è il profilo di costa attuale.

E che quindi dovrebbe essere come nel disegno sottostante:


Figura 4: foce del fiume Saline a Montesilvano/PE.

All'altezza dell'ingresso nell'approdo-canale la profondità del mare sarebbe di 2 metri circa, sufficiente a far navigare in sicurezza i piccoli motoscafi anche con mare mosso, sia di tramontana e greco-tramontana (da nord) sia di levante-scirocco (da sud): che sono le condizioni meteo prevalenti, come nei paraggi del porto di Pescara.

Il restringimento della foce del fiume ad una larghezza fra i due moli di 30/35 metri servirebbe ad aumentare la portata e la velocità complessiva del fiume in quel tratto ed a rendere più uniforme la sua profondità all'altezza della linea di battigia attuale.
E’ noto dagli studi di idrodinamica che, restringendo l’alveo e aumentando la portata, la velocità del flusso del fiume aumenta. E quindi anche il deposito del fango in quel tratto sarebbe minore.

In modo così di migliorarne la navigabilità per i piccoli natanti che vi si rifugiano, proprio nel punto dove adesso le acque del fiume si dividono tendenzialmente con una forma iniziale di delta.

Profondità che si manterrebbe nell'ordine dei 2 metri, dall'ingresso fino all'approdo nel bacino interno, su una delle due sponde terminali del fiume (fino all'altezza del ponte della ferrovia), sufficiente per le esigenze di quelle imbarcazioni.

Sagomando la foce del fiume con due piccoli moli, all'esterno del molo sud, davanti agli alberghi, si creerebbe una nuova piccola spiaggia, più o meno come sul lato sopravvento, nel territorio del comune di Città S.Angelo.

E all’esterno del molo nord, vicino all’estremità, si potrebbe inserire un caratteristico e tipico trabocco locale.

Inoltre il flusso del fiume (adesso inquinatissimo, come quello del Pescara, ma che comunque ho letto da qualche parte è nelle intenzioni dell'Amministrazione di bonificare) non verrebbe a riversarsi sulla spiaggia a nord, defluendo più al largo.

Le acque in quel tratto di spiaggia non sarebbero inquinate dal fiume come adesso e, anche quando il fiume venisse bonificato, le acque di quella spiaggia sarebbero pulite e marine, quindi salate.

Come  è certamente intenzione del Comune di Città S. Angelo di offrire ai suoi cittadini e ai turisti.


Figura 5: sistemazione della foce del Saline.


 Gli alberghi più vicini, non sarebbero interessati dal deflusso del fiume anche se dovesse soffiare il vento di tramontana (che spinge le acque su quelle spiagge sottovento), in quanto con l’impeto di corrente più forte che il fiume avrebbe, il suo flusso defluirebbe più al largo.

Nella spiaggia che si verrebbe a creare fra il molo sud e il primo albergo potrebbe nascere un circolo velico con rimessaggi di modeste dimensioni ad uso delle derive a vela.
Un punto di approdo per le derive è stato oggetto delle ricerche del Comune di Montesilvano nel recente passato, come ho letto dalle notizie di stampa.
E quindi quello potrebbe essere il posto ideale e più naturale per crearlo.
Infatti, posizionarlo lungo la pur lunga spiaggia di Montesilvano, sarebbe un modo di sottrarne qualche tratto di essa ai bagnanti e darebbe l’occasione di nuovo di inserirvi qualche manufatto posticcio, comunque mai troppo bello da vedersi sulla spiaggia.

Un circolo velico per derive, addossato al molo sud del fiume sulla spiaggia che vi si verrebbe a creare, darebbe anche modo di organizzare eventi e raduni, a tutto vantaggio degli alberghi lì vicino e della intera comunità.  Il trabocco costituirebbe un tocco di tipicità e bellezza.
E la foce, così sistemata, sarebbe più sicura e navigabile.  


                                                                                                          Antonio Spina



foce del Saline: ZPF, Zona di Protezione della Fauna dal 1992












NB: i disegni sono stati fatti con il mouse e il programma Paint di Microsoft ______________________________________________________